Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Vittorio Cecchi Gori, ex presidente della Fiorentina dal 1993 al 2002, ha parlato della partita odierna contro la Juventus che cade nel giorno del trentennale della scomparsa del padre Mario, tra vecchi ricordi e un presente che non lo convince a pieno.
È una partita particolare: “Sono figlio di due grandi tifosi viola dalla testa ai piedi. Quella di oggi è una partita particolare se penso che i miei genitori si sono conosciuti sugli spalti proprio di un Fiorentina-Juventus“.
La presidenza viola: “Quando nel ’90 la squadra si ritrovò senza una presidenza, la città ci chiese aiuto. Noi eravamo dei giganti nel cinema e fummo felicissimi di aiutare, soprattutto mio padre Mario che purtroppo morì tre anni dopo e ricevette più amarezze che delusioni, vedasi la cessione di Baggio proprio ai bianconeri. Io mi sono tolto delle soddisfazioni e ho anche vinto dei trofei, ho creato una bella squadra pur essendo stato un presidente fin troppo tifoso, ma quello scudetto mancato del ’99 con l’infortunio di Batistuta e la fuga di Edmundo in Brasile è un rimpianto troppo grande. A proposito di Batistuta, ho avuto il merito di prenderlo a poco e di non venderlo quando era richiesto da mezza Europa”.
Su Fiorentina-Juventus: “Non mi piacciono gli eccessi né i campanilismi: è una partita che vale 3 punti come tutte. L’importante è che la Fiorentina vinca qualcosa e non che la Juventus perda. Una volta entrai allo stadio a braccetto con Boniperti, non ci parlammo per 90 minuti ma ci fu sempre grandissimo rispetto. Non mi piace quando le cose vanno oltre”.
Sulla Fiorentina di oggi: “È migliorata nell’ultimo biennio dopo anni di mediocrità. Credo ci sia un grande problema alla base, ma lo tengo per me. Oggi sono meno tifoso perchè tra diritti tv e il resto non mi piace la direzione che sta prendendo il calcio: contano solo gli zeri”.