Ieri sera non è bastato il gol del solito Lucas Martínez Quarta: la Fiorentina ha perso 4-1 la semifinale di ritorno di Coppa Italia in casa dell’Atalanta, dovendo salutare la competizione ad un passo dalla finale. I viola hanno resistito per quanto possibile, specie dopo l’espulsione di Nikola Milenković, ma il modo in cui la squadra ha subito il terzo gol di Lookman, quello che di fatto ha chiuso i giochi, lascia davvero tanto a desiderare. A molti tifosi viola ha ricordato il gol subito in finale di Conference League contro il West Ham.
L’episodio che ha condannato la Fiorentina
93esimo minuto, i viola guadagnano una rimessa laterale nei pressi della porta bergamasca a recupero quasi scaduto. Sembra l’occasione perfetta per perdere tempo alla bandierina: i gigliati sono sotto 2-1 ma andrebbero ai tempi supplementari, con l’occasione di riorganizzarsi e di sfruttare una sostituzione aggiuntiva. Tuttavia, salgono tutti i saltatori con Kayode che va alla rimessa lunga. L’Atalanta respinge, va in contropiede e Lookman trafigge Terracciano per il 3-1 che ghiaccia la qualificazione per gli orobici.
Un gol assolutamente evitabile, perché a quel punto della partita non ha senso forzare la giocata, è necessario giocare col cronometro. “Davanti si prospettava un’altra mezz’ora, per di più in 10 uomini. Volevamo mettere una palla dentro per metterli in difficoltà, per evitare una mezz’ora pesante. Credo che sia stata l’espulsione a decidere la partita e non il voler battere la rimessa per cercare le punte. In quella palla di “Kayo” c’era la volontà di chiudere la partita” la giustificazione di mister Italiano a fine partita. Non una lettura totalmente sbagliata, ma con poca accortezza, in una situazione in cui sarebbe servita.
Come contro il West Ham, la Fiorentina deve dire addio ai sogni di coppa per un errore nell’interpretazione difensiva. Adesso testa alla Conference, unico obiettivo ancora tangibile.