Una partita povera di contenuti tecnici e agonismo ha segnato l’incontro tra Fiorentina e Parma, terminato con un pareggio a reti inviolate. La gara, priva di ritmo e occasioni concrete, ha messo in luce i limiti strutturali e caratteriali della squadra, apparsa lenta e priva di idee.
I toscani hanno provato a vincere l’incontro più per inerzia che per reale convinzione, affidandosi spesso a lanci lunghi e sperando in un errore altrui.
Il Parma, invece, è partito con determinazione, mostrando buona organizzazione e personalità nei primi trenta minuti, per poi adottare un atteggiamento più prudente e compatto, evitando rischi e consolidando un punto prezioso.
Le uniche vere occasioni del match sono arrivate nei primi minuti di entrambi i tempi: Bernabé ci ha provato al 3’ con un colpo di testa centrale, mentre nella ripresa è stato Kean a sprecare una ghiotta chance davanti a Suzuki, calciando sul fondo al 54’.
Per il resto, lo spettacolo è stato carente, con lunghi tratti in cui imprecisioni e confusione hanno preso il sopravvento, rendendo il match un concentrato di errori e scarsa lucidità tattica. Il pareggio fotografa in modo fedele l’andamento dell’incontro, ma tra le due squadre è stato il Parma a dare l’impressione di avere un’identità più chiara, frutto anche di una disposizione in campo razionale orchestrata da Chivu.
La Fiorentina ha palesato una dipendenza eccessiva dalle giocate del suo centravanti, che ieri non ha trovato la zampata vincente. Anche Moise Kean, infatti, è sembrato fuori fase, e la sua prestazione opaca ha inciso sull’esito della sfida. La Viola continua a perdere punti importanti contro avversari considerati inferiori sulla carta, alimentando dei dubbi sulla continuità del progetto.