Lorenzo Amoruso, ex colonna difensiva della Fiorentina tra il 1995 e il 1997, conosce bene le dinamiche del calcio europeo, avendo disputato numerose sfide internazionali nel corso della sua carriera. Alla vigilia della sfida d’andata dei quarti di finale di Conference League tra Fiorentina e Celje, Amoruso ha sottolineato l’importanza di non approcciare con superficialità una gara in cui si parte nettamente favoriti.
Secondo l’ex centrale viola, il vero rischio per la squadra toscana non risiede tanto nel valore dell’avversario, quanto nell’atteggiamento con cui si scende in campo. “Non esiste una formula precisa” ha spiegato “ma deve attivarsi qualcosa nella testa dei giocatori. In passato la Fiorentina ha peccato di scarsa applicazione e, a volte, di coraggio contro squadre considerate inferiori. È essenziale non sottovalutare mai nessuno”.
L’aspetto determinante, a detta di Amoruso, è l’approccio nei primi minuti, quando si definisce il tono della partita. “Occorre far capire subito che non c’è spazio per sorprese, serve cattiveria. È la Fiorentina che deve dettare i ritmi e mostrare subito chi comanda. Il Celje non ha né una grande tradizione né fuoriclasse: deve percepire immediatamente che la vittoria è un miraggio”.
Guardando al cammino europeo della squadra, Amoruso si mostra fiducioso. “Rispetto agli anni scorsi” afferma “la rosa è più ricca di individualità. Nelle edizioni passate mancava qualcuno con la capacità realizzativa di Kean. Ora però non basta il collettivo: bisogna far pesare la propria superiorità. E la prima gara è cruciale: vincerla può diventare l’elemento decisivo nel doppio confronto”.