Mister Palladino ha chiari gli obiettivi per il finale di stagione, anche se cerca di non esplicitarli apertamente. La priorità resta superare il posizionamento dell’anno scorso, un traguardo più volte sottolineato dalla proprietà, oltre a ottenere più punti rispetto al girone d’andata.
Facendo i conti, sembra che il minimo obiettivo sia raggiungere quota 65 punti, ovvero più del doppio rispetto a quelli ottenuti nella prima metà del campionato, senza considerare il recupero contro l’Inter. Una soglia che, analizzando gli ultimi cinque campionati, ha sempre garantito il sesto posto, sinonimo di qualificazione all’Europa League. Un traguardo che, senza proclami, resta il vero sogno della squadra all’interno del Viola Park.
Per raggiungere questo obiettivo, la Viola ha due possibilità: difendere con determinazione il sesto posto in Serie A o puntare tutto sulla Conference League, il cui successo garantirebbe automaticamente l’accesso alla prossima Europa League. Tuttavia, scegliere una strada piuttosto che un’altra potrebbe rivelarsi rischioso. Il campionato presenta sia opportunità che ostacoli: i viola hanno un vantaggio negli scontri diretti con Lazio, Milan e Roma, e le sfide di ritorno contro Juventus e Bologna si giocheranno in casa.
Ma restano ancora 13 partite da disputare, un percorso lungo e imprevedibile. D’altra parte, la Conference League è un torneo più breve, ma con l’insidia di un possibile incrocio con il Chelsea già in semifinale, una delle squadre favorite per la vittoria finale.
A questo punto, la domanda è inevitabile: vale davvero la pena fare una scelta netta tra campionato e Conference League?