L’ex giocatore della Fiorentina Reginaldo, in viola nella stagione 2006/07, ha rilasciato un’intervista a News.Superscommesse.it in cui ha parlato molto della sua vecchia squadra. Avendo anche giocato a Monza, il brasiliano si è soffermato molto sulla figura di Raffaele Palladino che tanto sta facendo bene a Firenze, ma non solo. Si è parlato anche di singoli e di possibili ambizioni future del club gigliato. Queste le sue dichiarazioni.
L’impatto di Palladino sul mondo Fiorentina
“Che Raffaele fosse bravo lo sapevo e lo si era già visto a Monza, ma quello che sta venendo fuori in viola è davvero un grande allenatore. Sicuramente ha beneficiato degli innesti fatti in estate, ma sono stati bravi anche i giocatori reduci dal triennio con Italiano ad adattarsi alle sue esigenze. Ha incontrato delle difficoltà all’inizio ma era normale che fosse così, la società è stata brava però a dargli fiducia e tempo di plasmare il gruppo in relazione al suo modo di giocare, e viceversa.
Allenare a Monza e a Firenze sono due cose completamente diverse. In Brianza ci sono le condizioni ideali per crescere e giocare a calcio, ma la Fiorentina è una squadra che vive di altre pressioni. Io ho giocato a Firenze e ho un bellissimo rapporto con la città e la piazza che vivono per la propria squadra, imporsi non è facile. Sono convinto che con Palladino e con la presidenza di Rocco Commisso, che si è già speso con progetti importanti come il Viola Park, la Fiorentina possa fare grandi cose e sognare in grande.
Non so se la Viola sia la favorita per la Conference League perché ci sono varie squadre forti, ma spero sia davvero la volta buona dopo aver perso le ultime finali. Se però parliamo in questi termini ci rendiamo conto di quanto stia lavorando bene questa società“.
Moise Kean e i singoli più convincenti
“Sono davvero felice per lui, è in un periodo di forma in cui gli riesce tutto e che non aveva mai raggiunto in precedenza, mostrando, dunque, il suo potenziale. Sta vivendo un’opportunità importante per sé e per la squadra. È è anche vero che lui alla Juve ha avuto i suoi spazi e le sue opportunità per mettersi in mostra. Credo che non abbia vissuto bene la coesistenza con gli altri compagni di reparto, perché era inevitabile che la concorrenza fosse molto alta.
Parlando di singoli, credo che Colpani sia stata una grande intuizione di Palladino, ma mi stanno piacendo molto anche Mandragora, che però ha dovuto fare i conti con dei problemi fisici, e Dodô. Occhio a Richardson che è un giovane interessante e che può diventare tra i più forte in circolazione, mi ricorda Liverani per il suo modo di giocare: non è un giocatore veloce ma in grado di fare cose che in pochi sanno con quel mancino“.