L’ultima live di Cronache di Spogliatoio ha visto Riccardo Trevisani e Giuseppe Pastore trattare vari temi emersi dalla 12a giornata di Serie A, Fiorentina compresa. I viola sono meritatamente al secondo posto in classifica e vengono da 6 vittorie consecutive in campionato, il tutto grazie al lavoro di mister Palladino e alle prestazioni dei singoli, in particolare Moise Kean e Pietro Comuzzo, freschi di convocazione in Nazionale maggiore. Queste le loro considerazioni.
Kean e la Fiorentina, un’unione perfetta per entrambe le parti
Trevisani: “La Fiorentina è una squadra che gioca bene, diverte, si diverte, il tutto senza troppi pesi o responsabilità. Se pensi a com’è iniziata la stagione con il rischio di essere eliminati ai preliminari di Conference e i soli 3 punti nelle prime 4 partite di campionato viene da chiedersi come hanno fatto a migliorare così. Hanno lavorato, molto semplicemente. La società ha dato fiducia all’allenatore, e anche cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia: gioca bene Bove, gioca bene Cataldi, gioca bene Adli ecc… con Kean che è la punta dell’iceberg.
Non voglio dire che il terzo gol che ha fatto contro il Verona mi ha ricordato Batistuta perché altrimenti mi vengono a cercare, ma lo ricorda clamorosamente: 1 contro 1, movimento a rientrare e tiro fortissimo in porta, in più al 90esimo minuto quando solitamente i giocatori sono stanchi morti; ha una forza incredibile nel calciare il pallone. Ha segnato 3 gol da centravanti vero. Il mio sogno è che Spalletti si tolga l’idea della mezza punta, del giocatore di raccordo, per far giocare contemporaneamente Kean e Retegui“.
Pastore: “Kean fa trasparire serenità, anche nel modo in cui esulta con i tifosi. Mi fa pensare che possa fare bene in ogni squadra e lo dico con tutto il rispetto della Fiorentina, includendo ovviamente anche la Nazionale. Dobbiamo metterlo titolare finché ne ha, e ne ha. Non è cambiato il contesto e non era solo colpa della Juve se non faceva gol, è proprio Kean ad essere cambiato: ha trovato l’interruttore, e quando a farlo è un giocatore con le sue qualità i risultati si vedono. A Firenze è sempre acceso“.
Trevisani: “Lui aveva proprio bisogno di questo click, ma già alla Juventus aveva avuto i suoi momenti in cui reggeva bene il peso dell’attacco. Poi, i bianconeri non giocavano a pallone e faceva fatica, ma parliamo di un giocatore che faceva 17 gol al Paris Saint-Germain da giovanissimo, gli stessi che ha fatto Dembelé in 3 anni. Era intermittente, già mostrava delle qualità. Deve ancora migliorare perché prima del terzo gol, ad esempio, se ne è divorato uno clamoroso, ma su di lui si può lavorare perché ha qualità“.
Pietro Comuzzo, la scelta coraggiosa di Palladino
Pastore: “La Fiorentina in Palladino ha un allenatore che, molto più di Vincenzo Italiano, è riuscito a scendere a patti con le proprie idee e i propri principi già alla quinta giornata. La squadra lo ha capito e lo ha seguito, anche i giocatori di livello come Gosens, De Gea“.
Trevisani: “Sotto Comuzzo c’è scritto proprio Raffaele Palladino. A inizio anno arriva Pongračić, c’è Martínez Quarta e altri, non era previsto. Trovatemi uno che ha preso Comuzzo al fantacalcio“.
Pastore: “Negli ultimi giorni si sono fatti paragoni tra lui ed un altro Pietro, Vierchowod, che ha iniziato la sua carriera proprio alla Fiorentina. Non voglio accodarmi a questi esempi improponibili, però è un giocatore giovanissimo che è già titolare di una squadra seconda in classifica in Serie A. Non mi vengono in mente molti 19enni così“.