Oggi pomeriggio la sala stampa di Coverciano si tinge prepotentemente di viola vista la presenza di Pietro Comuzzo. Il difensore della Fiorentina è alla primissima convocazione in Nazionale maggiore, e oggi ha tenuto una conferenza stampa in cui ha parlato di sé, dei suoi obiettivi e delle sue emozioni.
Comuzzo racconta l’emozione della prima convocazione in Nazionale
“Quando un bambino inizia a giocare a calcio e a vedere le partite in tv il desiderio è quello di giocare per la Nazionale, arrivarci è il sogno più grande che io potessi raggiungere. Non ho festeggiato in alcun modo, ho parlato con la mia famiglia e abbiamo celebrato in maniera privata, siamo molto riservati. Non c’è stata una festa.
L’inno di Mameli? Il più bello del mondo, ti fa capire quanto sia grande e importante questo paese, non c’è cosa più bella di poterlo cantare. Vedere Chiellini, il mio idolo, sollevare la coppa dell’Europeo è stata una grande emozione“.
Che difensore si sente e gli obiettivi con la Fiorentina
“Mi sento molto a mio agio nella marcatura e nel duello, sono situazioni in cui mi esalto, però non voglio limitarmi e anzi voglio crescere e migliorare ancora di più in altri aspetti. Uno di questi è quelli dell’impostazione e della bravura tecnica, voglio migliorare prendendo spunto da giocatori come Bastoni e Calafiori. Il mio obiettivo è quello di diventare un difensore completo, limando le mie pecche peggiori.
Noi lavoriamo per migliorarci come squadra ogni giorno, al momento siamo in alto in classifica e vogliamo rimanerci. Palladino mi dà tanti consigli su come migliorare, la cosa migliore in viola è sicuramente il gruppo che si è formato in questi mesi e se ricopriamo certe posizioni è perché ce lo meritiamo. Tuttavia, in questo momento non penso alla Fiorentina ma solo alla Nazionale“.
Testa e duro lavoro, i segreti del successo
“Si dice sempre che la cosa più difficile non sia arrivare in alto, ma rimanerci. Mio papà mi dice che è importante costruire delle basi solide per poter restare in alto e io personalmente credo di averlo fatto, ma continuerò sempre a lavorare per restare in cima. In questi giorni mi sono arrivati tanti messaggi e il più bello è stato proprio quello del mio papà, ma anche tanti mister che ho avuto mi hanno fatto i complimenti e ci tengo a ringraziarli perché è grazie al percorso che ho fatto con loro che sono arrivato qui in Nazionale. La maglia? La terrò per me e la porterò a casa“.