Fiorentina, Italiano doveva usarli titolari: ora sono seconde linee

La gestione attuale sembra vivere un paradosso

Michael Kayode, difensore della Fiorentina

Nonostante i numerosi cambiamenti estivi e una nuova guida tecnica, la “vecchia guardia” della Fiorentina rimane centrale. Nella recente sfida contro l’Apoel, ben otto undicesimi della formazione titolare erano giocatori familiari della passata stagione. Tra di loro, cinque erano stati protagonisti dall’inizio nella finale di Conference League contro l’Olympiacos, mostrando come il nuovo corso non abbia completamente stravolto il progetto di base della squadra.

Se da un lato questo legame con il passato garantisce continuità e una certa esperienza, dall’altro emerge una difficoltà nell’integrare e valorizzare le nuove seconde linee, che finora hanno offerto prestazioni altalenanti. Palladino, che ha ereditato una rosa con giocatori consolidati, ha costruito gerarchie rigide nelle quali i veterani trovano ancora un posto di rilievo, mentre i nuovi innesti faticano a imporsi.

La gestione attuale sembra dunque vivere un paradosso: pur puntando su una squadra rinnovata, la Fiorentina si affida ancora alla sua ossatura storica. I segnali poco incoraggianti ricevuti dalle seconde linee sono una sfida per Palladino, che dovrà trovare il modo di dare loro fiducia senza dipendere esclusivamente dai “vecchi” di Italiano. La Fiorentina si trova così a metà strada tra l’innovazione e la tradizione, un equilibrio che può rivelarsi delicato ma decisivo nella corsa agli obiettivi stagionali.

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