A Robin Gosens sono bastati 90 minuti per entrare nei cuori dei tifosi della Fiorentina. L’esterno tedesco ha bagnato il suo debutto in maglia viola con il gol del definitivo 2-2 contro il Monza, rivelandosi fin da subito uno dei perni della nuova Viola di mister Palladino. Tuttavia, il trasferimento dall’Union Berlino alla Fiorentina non è stato dei più semplici dal punto di vista emotivo, e Gosens ne ha parlato al podcast tedesco Copa TS.
Gosens sull’addio all’Union Berlino
“L’addio all’Union Berlino si è verificato in un modo molto spiacevole per tutti e ne ero consapevole. Amavo tanto i ragazzi, i tifosi, lo stadio, ma il modo in cui si è evoluta la trattaiva ha fatto passare il messaggio che mi importasse solo dei miei interessi, non è affatto così, non volevo deludere i tifosi.
Il giorno del trasferimento ero convintissimo che avrei giocato da titolare la sfida contro il St. Pauli, me lo aveva confermato pure il mister. La Fiorentina mi aveva fatto un’offerta dieci giorni prima ma non ero interessato per quelle che erano le condizioni stabilite inizialmente. Avevo ancora tre anni di contratto con l’Union e per me andava benissimo così. Dopo il pisolino pomeridiano, però, ho ricevuto molte chiamate perse dal mio agente sul mio cellulare, l’ho richiamato e mi ha detto che la Fiorentina aveva accettato le nostre richieste. E ora? Cosa avrei dovuto fare? Prima di tutto, volevo farlo sapere al manager Horst Heldt. Mi ha detto che dovevo andare dal pullman se volevo essere della partita, mancava mezzora alla riunione pre-gara. Poi ho bussato alla porta dell’allenatore Bo Svensson. Quando ci siamo guardati, lui conosceva già la situazione e ha detto: “Non ora, c’è la riunione”. Dopodiché, tutto è successo molto rapidamente.
Ho scelto di venire alla Fiorentina perché sapevo che era la soluzione migliore per me e per tutta la mia famiglia“.