La Fiorentina è imprigionata in un tunnel buio e senza apparente via d’uscita. I viola sono decimi a quota 44 punti, con solo 11 punti in più rispetto al girone d’andata. Sviscerando il cammino della squadra in campionato, dalla prima di ritorno – datata 14 gennaio 2024 – fino al match di ieri contro il Genoa, la Fiorentina ha vinto solo 2 partite su 12, pareggiate 5 e perse 5. C’è ancora speranza per la qualificazione in Europa League?
Un rullino di marcia disastroso. Eppure, sembra utopia ma è la realtà, la Fiorentina è ancora – matematicamente – in corsa per un posto in Europa. È vero, i viola sono decimi e distanti 7 punti dall’Atalanta sesta, ma devono recuperare una partita proprio contro la Dea. In caso di vittoria, impresa ardua che la Fiorentina sarà chiamata a fare anche il 24 aprile in occasione della semifinale di ritorno di Coppa Italia, i viola accorcerebbero considerevolmente la distanza dai rivali. A quel punto, sarebbe lotta fino alla fine. Il calendario dei gigliati non è, sulla carta, proibitivo, per cui è lecito sperare ancora in un posto in Europa. Mancano 7 partite, 21 punti in palio: finchè la matematica non condanna, la Fiorentina ha l’onere di provare a conquistare l’Europa, per i tifosi e per Joe Barone. Allo stesso tempo, però, il focus deve essere massimo sulla Conference – giovedì arriverà un agguerrito Viktoria Plzen al Franchi – e sulla Coppa Italia – viola ad un passo dalla finale -. Ci sarà bisogno delle migliori versioni di tutti: l’estro di Jack Bonaventura, la fantasia di Nico Gonzalez, la grinta di Beltràn, la solidità di Milenkovic, l’applicazione di Ranieri, la sicurezza di Terracciano, la corsa di Kayode, le geometrie di Arthur, l’equilibrio di Mandragora e la determinazione di Belotti.